Artista degli omini colorati: la parabola di Keith Haring e delle sue icone pop
Nasce il 4 maggio del 1958 a Reading in Pennsylvania, aveva tre fratelli . Fin da piccolo aveva la predisposizione per il disegno, suo padre invogliò Keith Haring nel coltivare la sua passione per l’arte. Infatti dirà proprio questo: «Mio padre realizzava per me personaggi dei cartoni animati, e questi erano simili a come disegnavo io – con un’unica linea e un contorno fumettistico.» e prese ispirazione da alcuni personaggi Disney e Dr. Seuss.
Fece un consumo di Alcol e droga durante la sua vita adolescenziale ma non smise di disegnare le sue opere, i genitori lo convinsero a iniziare lezioni di grafica pubblicitaria ma Keith capì che non era la strada giusta per lui.
Gli omini di Haring: da graffito metropolitano a fenomeno globale
Dopo un periodo di miseria lavorativa si trasferì a New York per cercare nuove ispirazioni per la sua arte e qui si rese conto del suo orientamento omosessuale e iniziò a studiare alla School of Visual Art dove imparò le tecniche della pittura, scultura e il disegno. Pierre Alechinsky e Jean-Michel Basquiat furono i suoi principali ispiratori per le sue opere future che rimangono tutt’ora riconoscibili e famose in tutto il mondo.
Keith Haring nel 1986 aprì il suo primo shop a Soho chiamato Pop shop dove vendeva gadget personalizzati, chiunque poteva acquistarli e poi espose anche i suoi lavori in un nightclub dove lavorava come cameriere, chiamato Club 57 li conobbe musicisti e artisti ,veniva chiamato anche per molti commissioni e in seguito incontrò Andy Warhol con cui ebbe una grande amicizia.
Purtroppo in quel periodo contrasse il virus dell’HIV, L’AIDS , si spense a 31 anni ma la sua scomparsa fece crescere la sua fama e la School of Visual Art gli conferì la laurea ad honorem post mortem, esiste anche un associazione creata dallo stesso Keith, chiamata Haring per sostenere i bambini e i malati di AIDS.
Keith Haring e il significato degli omini: tra attivismo e celebrazione della vita
Attraverso le sue opere voleva trasmettere diversi messaggi, quali la pace, l’amore, il razzismo, l’apartheid, contro a droga, disparità sociale.
Nel opera a Tuttomondo Keith Haring dice questo:
“In questo murale ho disegnato tutto quello che riguarda l’umanità… è fatto di simboli delle differenti attività umane, è una sintesi delle problematiche della vita di oggi. Non mi sono dedicato unicamente alla vita degli uomini ma anche alla vita degli animali, ecco perché vedete delfini, scimmie e altro. È un affresco della Vita in generale”.
Tuttomondo è stato fatto con l’acrilico sulla facciata laterale della Chiesa di Sant’Antonio Abate di Pisa, misura 1000×1800), sono disegnate trenta figure, uomini e animali antropomorfi concatenate fra loro, è un inno alla felicità, all’armonia e alla pace.
Invece Rebel with Many Causes dove ci sono tre omini, uno giallo, uno verde e rosso, rappresenta la frase “non sento, non parlo e non vedo”.
In Heart sono rappresentati due omini senza genitali (si può dedurre che volesse celebrare l’amore universale senza distinzione di sesso) che sorreggono un cuore rosso, è stato dipinto su un vinile.
Per quanto riguarda i diversi simboli ognuno di essi simboleggia la denuncia sociale, ecco le spiegazioni di alcuni:
- Il simbolo del cane rappresenta la figura egiziana di Anubi il dio della morte, usando questa figura vuole far vedere il cerchio della vita; si nasce, si cresce e si muore e spesso il cane viene raffigurato mentre danza perché vita e morte ballano insieme.
- La figura della folla invece va contro il sistema sociale opprimente, ma raffigura anche l’omologazione e l’alienazione in quanto noi umani possiamo essere plasmati e piegata.
- Gli omini stilizzati spesso rappresentate senza volto, queste figure simboleggiano l’umanità in generale, con le loro interazioni e connessioni.
- Angelo: Un simbolo di protezione e guida.
Tutt’oggi le opere di Haring sono ancora molto importanti nel panorama dell’arte, perché tutt’ora molto attutali e di denuncia sociale.