Molestie a domicilio: quando rispondere al telefono ti rende una vittima

Non è mai facile realizzare di essere vittima di molestie, specialmente se la voce dall’altra parte del telefono conosce bene te e la tua cartella clinica. Può sembrare strano, ma purtroppo non lo è.

L’intera vicenda viene denunciata da Noemi De Vitis, giovane studentessa salentina che qualche giorno fa ha vissuto sulla sua pelle una situazione a dir poco disgustosa.

molestie a domicilio

“Sono stata chiamata da un numero privato. [..] Si è presentato come il dott. Francesco Lirante o Licante.”

Questo medico, sbucato dal nulla, si presenta come un ginecologo dell’Ospedale di Tricase (Lecce). Conosce la data e il luogo di nascita di Noemi. Riferisce alla giovane informazioni sensibili riguardo ad un’infezione genitale di cui non era stata avvertita. Noemi decide di fidarsi, nonostante i sospetti.

“Ho pensato che fosse tutto ok, specialmente perchè sapeva il fatto suo in questo campo e spiegava in modo molto sicuro i perchè e i come”

La conversazione tra i due va avanti e la ragazza fornisce sempre più dati reali riguardanti le sue condizioni di salute. Tra qualche domanda “classica”, che qualsiasi medico farebbe, ed eccessivi quesiti di troppo sulla sua vita sessuale nascono i primi sospetti.

“[…] Ai miei continui dubbi sul perché dover dare certe info mi ha risposto che era per capire meglio da cosa fosse causata questa infiammazione. Le sue parole hanno confermato la maggior parte dei miei sintomi.”

Il colmo arriva quando il “dottore” richiede una consulenza su zoom, invitando la paziente a “far vedere le grazie”, per aiutarlo nel formulare la diagnosi.

Francesco Lirante: queste sono, a tutti gli effetti, molestie.

Una volta rifiutatasi di proseguire ed aver contattato l’ospedale di riferimento, Noemi scopre con orrore che nessuno sa nulla di questo fantomatico medico. Prova a ricontattarlo nel tentativo di smascherarlo, ma non riceve risposta.
Arriva così la decisione di raccontare la sua esperienza sul web, nella speranza di avvertire e sensibilizzare chi potrebbe essere più fragile e permettere a questo soggetto di molestarlǝ ed estorcere loro informazioni o immagini private.

Le stories di Noemi rimbalzano sugli schermi di tutta Italia e raccolgono altre agghiaccianti testimonianze.

In un solo giorno il bilancio dellǝ testimonǝ si alza a ben 25 ragazzǝ nella sola regione Puglia.

Tempo un paio di giorni e diventano più di 250 in tutta Italia, oltre a maggiorenni include delle minorenni.

Leggiamo le parole di chi si è vistǝ telefonare al lavoro, chi è statǝ contattatǝ nel cuore della notte, chi si è sentitǝ riassumere per filo e per segno la sua situazione clinica e di chi, mentre cercava di denunciare, si è sentitǝ dire che “finché non riceve minacce di morte denunciare è una perdita di tempo”.

Il comun denominatore è uno solo: questa persona conosce fin troppo bene la vita di questǝ poverǝ ragazzǝ e purtroppo c’è chi si è fidato.

Le voci corrono: il caso è ora nazionale.

Dopo i numerosi esposti la Polizia Postale e la Procura della Repubblica di Lecce iniziano a muoversi e sono finalmente sulle tracce del famoso molestatore. Secondo le indagini l’uomo sta agendo da agosto inoltrato ed ha adescato tra tuttǝ le vittime anche numerosǝ minorenni. Si presuppone che abbia hackerato i database di numerosi ospedali e laboratori di analisi, al fine di reperire varie cartelle cliniche.

Se anche tu ti ritrovi in una situazione simile e ricevi molestie di qualsiasi genere, fisiche o verbali, rivolgiti alle Forze dell’Ordine o al 1522, numero per contattare il Centro Antiviolenza più vicino a te.

Ricorda: non sei solǝ!

 

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